Pinacoteca "Leonida e Albertina Rèpaci"
L’arte: Sensibilità e Bellezza
È come camminare tra le sale di una villa incantata, dove l’arte sembra prendere vita e sussurrare storie segrete. Ogni pennellata, ogni scultura racconta la passione ardente di Leonida Rèpaci, anima fervente della cultura calabrese del Novecento. Con un cuore diviso tra la mondanità di Roma e la quiete della sua amata Palmi, Rèpaci iniziò a raccogliere tesori, come dipinti, sculture e libri, con il sogno di trasformare Villa Pietrosa in un faro culturale, un regalo eterno alla sua terra. Oggi, quel sogno vive e respira nelle stanze del Palazzo che porta il suo nome.
Tra le pareti di questa pinacoteca, custodita con cura, si svela una delle collezioni più preziose d’arte moderna e contemporanea dell’Italia meridionale. Non sono semplici opere, ma riflessi di anime grandi come Modigliani, Sironi, De Chirico, Boccioni, Corot, De Pisis e Guttuso. Camminando tra i capolavori, si incrociano gli acquerelli di Renato Bertoloni e di Cesare Zavattini, le linee delicate di una tela di Giovanni Fattori, i bronzi di Arturo Martini, Emilio Greco, Giuseppe De Feo, e le sorprendenti forme scolpite in legno e gesso di Manzù e Mazzacurati.
Lungo il percorso figurano opere che fanno trattenere il respiro, gioielli nascosti che incastonano l’anima della storia: Jacopo Robusti, detto Tintoretto, maestro della forza e del movimento; Francesco Barbieri, detto il Guercino, con il suo estro che conduce oltre ciò che gli occhi vedono, Manet con la raffinatezza di un’opera a lui attribuita e molti altri.
Le tele che adornano la sala non sono solo frutto di acquisti, ma anche di regali di amici e artisti, estimatori di Rèpaci, che gli donarono pezzi del loro stesso cuore, affinché la sua collezione fosse un inno alla bellezza e ai valori umani. La pinacoteca mette in risalto la ricerca appassionata, il desiderio di scoprire la verità nascosta tra le pennellate che avvolge alcune opere in un’aura di mistero e fascino.
E poi ci sono i nudi femminili di Rèpaci, una selezione di libri con dedica le cui pagine passarono tra le sue dita, e i mobili di faggio e noce a lui appartenuti (tra cui il cavalletto su cui dipingeva), risalenti al ‘700‐‘800 e completamente restaurati. Questi pezzi indubbiamente ancora oggi “parlano” del suo mondo interiore, svelando alla nostra sensibilità aspetti intimi della sua vita.
È un viaggio nell’arte e nell’anima, una scoperta che accompagna attraverso epoche, emozioni e storie, tutte racchiuse nel cuore della Casa della Cultura di Leonida Rèpaci.
E poi ci sono i nudi femminili di Rèpaci, una selezione di libri con dedica le cui pagine passarono tra le sue dita, e i mobili di faggio e noce a lui appartenuti (tra cui il cavalletto su cui dipingeva), risalenti al ‘700‐‘800 e completamente restaurati. Questi pezzi indubbiamente ancora oggi “parlano” del suo mondo interiore, svelando alla nostra sensibilità aspetti intimi della sua vita.
È un viaggio nell’arte e nell’anima, una scoperta che accompagna attraverso epoche, emozioni e storie, tutte racchiuse nel cuore della Casa della Cultura di Leonida Rèpaci.